Ben Yedder, storia dell’attaccante “tascabile”. Da Goku al calcetto

by Redazione Cronache
Wissam Ben Yedder

«Le football sans dribbles, ça ne sert à rien». Il calcio senza dribbling non serve a nulla. E ancora: «Il calcio è la mia vita, pensavo sempre al calcio, ho sempre voluto fare il calciatore». Dice così Wissam Ben Yedder, per gli amici Benyebut. But in francese vuol dire “gol” e non c’è da stupirsi se lo chiamino così (o attequant de poche, “attaccante tascabile”, visto il metro e settanta di statura). Compirà 32 anni ad agosto ed è alla sua terza stagione al Monaco: nel 2019/20 segna 18 gol in Ligue 1, l’anno scorso 20, quest’anno 24. Come il vino, migliora con gli anni. Il suo idolo è Zidane: «Mi faceva venire voglia di andare allo stadio solo per lui». Gioca in Nazionale francese sia di futsal che di calcio, poi la scelta: «Avessi continuato col futsal, avrei dovuto trovarmi un lavoro». Quarto di sei fratelli, famiglia di origine tunisina. Gli anni a Siviglia – e i tanti allenatori: Sampaoli, Berizzo, Montella e Machín – lo hanno forgiato. Il carattere resta lo stesso. Schivo, introverso, poco propenso a fare gruppo. Retaggio dell’infanzia: Ben Yedder si divide tra calcio e cartoni animati. Non a caso, esultava mimando l’onda energetica di Goku…

Ben Yedder, futsal e Tolosa

Wissam Ben Yedder nasce il 12 agosto 1990 a Sarcelles, la banlieue dov’è cresciuto pure Riyad Mahrez: 60mila abitanti nell’Île-de-France, 20 km a nord di Parigi. Proprio nella periferia della capitale inizia a giocare, a Garges-lès-Gonesse. È il 2009, ha 19 anni e gioca a futsal da quando ne aveva 10. L’anno dopo un osservatore del Tolosa lo segnala ai biancoviola. Non è semplice, c’è la concorrenza dell’ex crotonese Emmanuel Rivière. A cambiare la carriera di Ben Yedder è Alain Casanova, che da trequartista lo schiera in attacco. E soprattutto porta molta pazienza. È il primo giorno d’allenamento, 8 di mattina. Ben Yedder è a letto, la sveglia non è suonata: «Gliene dico quattro, gli dico che non deve succedere più. Lui annuisce. Il secondo giorno, 8 di mattina, lui non c’è…» racconta Casanova a RMC. Poi però sboccia, in cinque stagioni: un gol il primo anno, 15 il secondo, 17 il terzo, 15 il quarto e 23 infine al quinto, che è il 2015/16 e termina quando la Francia ospita l’Europeo, in cui l’undici di Deschamps – con Dimitri Payet e Griezmann in campo – perde la finale col Portogallo, decisa da Éder. Nel frattempo, Ben Yedder è il miglior marcatore del Tolosa in Ligue 1 (superato André-Pierre Gignac, che curiosamente a quell’Europeo è la riserva di Giroud).

Siviglia, Montella, doppiette

Nell’estate 2016 Ben Yedder firma col Siviglia, che lo paga 9 milioni per sostituire il connazionale Gameiro e Ciro Immobile, tornato in Italia alla Lazio. Il d.s. Monchi lo carica: «Ha dei colpi da Romario». In Andalusia gioca tre anni, segna 70 gol quasi equamente distribuiti: prima 18, poi 22 nel 2017/18 – di cui ben 8 in Champions League – infine 30 nel 2018/19, di cui 8 in Europa League. Il 21 novembre 2017, il Siviglia di Franco Vázquez ospita il Liverpool al Ramón Sánchez-Pizjuán, in Champions League. Inglesi avanti 3-0 al 45’, con doppietta di Firmino. Nella ripresa però si scatena il Siviglia: Ben Yedder fa doppietta e Guido Pizarro segna il 3-3 al 93’. Che succede nell’intervallo? Il tecnico Berizzo confessa ai giocatori di esser malato di cancro alla prostata, così il Siviglia compie la remuntada. Dicen que nunca se rinde, “dicono di non arrendersi mai”, recita l’inno del club. E poi 13 marzo 2018, ritorno degli ottavi di Champions: il Siviglia – con in campo Kjaer, Nzonzi e Joaquín Correa – gioca a Old Trafford contro un’altra inglese, il Manchester United. All’andata è 0-0. Al 72’, il tecnico degli spagnoli – che è Vincenzo Montella sostituisce Muriel con Ben Yedder: gli bastano sei minuti per eliminare i Red Devils con una doppietta. Benyebut.


Ben Yedder, Monaco, Mbappé

Infine, il Principato di Monaco. La squadra per cui fa il tifo e di cui è capitano da luglio 2020. Ben Yedder ci arriva per Ferragosto 2019, pochi giorni dopo il suo 29° compleanno. I biancorossi lo pagano 20 milioni più il cartellino di Rony Lopes (totale 40 milioni, miglior cessione di sempre del Siviglia dopo Dani Alves al Barça nel 2008, per 37) e fanno l’affare. Ben Yedder è nel pieno della sua maturità calcistica. Tanti gol: 19 nel 2019/20 – capocannoniere di Ligue 1 assieme all’ex monegasco Mbappé –, 22 l’anno scorso e quest’anno siamo a 31. Non è stata certamente una stagione facile per i monegaschi, 4 punti nelle prime 5 gare, tentennamenti, l’uscita dall’Europa League agli ottavi col Braga e l’esonero di Niko Kovač. Poi entra in gioco Philippe Clement, che allenava il Club Brugge prima di Alfred Schreuder. Clement eredita il Monaco settimo in campionato, vive due mesi di transizione (12 punti in 9 gare), poi il 20 marzo batte 3-0 il Paris Saint Germain al Louis II con doppietta di Ben Yedder. Da lì, i biancorossi del Principato sono inarrestabili: nove vittorie di fila e nove reti di Ben Yedder, tre delle quali sabato sera al Brest. Clement non ha dubbi: «Quando sono arrivato, ho visto in lui ottime qualità. Da quando sono qui io, però, è cresciuto molto, lavora di più, è diventato più versatile». E i numeri lo confermano.