Zaccagni, il leone arrivato alla Lazio grazie anche a una mail sbagliata

by Francesco Pietrella
Zaccagni

Per capirne la personalità basta guardarlo di spalle, senza maglietta: Mattia Zaccagni si è tatuato il muso di un leone sulla schiena. Ha le fauci spalancate e gli occhi incazzati, pronti ad azzannare la preda. Per completarlo ci ha messo più di un mese, ma ora è lì, dietro di lui, emblema di ciò che sta mostrando in campo da un paio di mesi. Zaccagni l’indomabile, l’ingiocabile, quello da gol e assist a raffica. Lui che sei anni fa ha giocato perfino una partita da terzino, Bologna-Verona di Coppa Italia, e che a Bellaria, dov’è nato e cresciuto, si è difeso anche come regista. 

Quella mail sbagliata

Zaccagni è l’ennesimo colpo di bacchetta di Maurizio Sarri. L’anno scorso, di questi tempi, si ironizzava sul suo acquisto: Igli Tare aveva puntato Filip Kostic, esterno a tutta fascia oggi alla Juve, ma l’Eintracht Francoforte, pur di non privarsene, aveva fornito alla Lazio un indirizzo mail sbagliato. Come quando una ragazza vuole sbarazzarsi di uno spasimante noioso e appiccicoso. Qui, però, parliamo di livelli alti e di milioni, di club di Serie A e professionisti del settore. Poco male però, perché con 7 milioni la Lazio ha portato all’Olimpico uno dei migliori esterni in circolazione, plasmato ala da Sarri dopo un paio di stagioni da trequartista offensivo con Ivan Juric, martello e mentore. 

I gol più belli del leone

Zaccagni esulta mimando il gesto dell’arciere, ma non c’è un motivo preciso. L’anno scorso ha raccontato di aver mantenuto lo stile Robin Hood per via dei social: «Sono stato presentato con questa esultanza e l’ho mantenuta». I gol a cui è più legato sono due: il guizzo di tacco a Oporto, in Europa League, e lo schiaffo al Cittadella in finale playoff nel 2019, fondamentale per il ritorno in Serie B. A questi aggiungiamo la rovesciata contro lo Spezia dell’anno scorso, prima di diventare il nuovo one man show del teatro Sarri, spigoloso ma rivoluzionario. Zaccagni esterno è stata un’intuizione vincente.

Quei chilometri sotto la neve

Bellaria è il suo posto nel mondo. Lì ha debuttato tra i pro’ e ha imparato a distinguersi. Da ragazzino veniva bollato come «quello gracile», scartato da diversi provini per via delle spalle strette. «Bravino, ma preferiamo ragazzi più strutturati fisicamente». Il primo a crederci è stato Massimo Zanini, ex allenatore del Bellaria, uno a cui Zaccagni deve un paio di scarpe nuove. L’anno scorso, intervistato da Cronache, ha promesso che alla prima partita di Zaccagni in Nazionale si sarebbe fatto venti chilometri a piedi sotto la neve. ‘Colpa’ di una discussione con il vecchio presidente del Bellaria, Sauro Nicolini, e il d.s. dell’epoca: «Avevo un taccuino con scritta la formazione per la partita successiva – ha raccontato Zanini – ma il ‘pres’ mi impose di non far giocare alcuni titolari. ‘Allora schiero Zaccagni’, gli dissi». Gran rifiuto. «Non voleva che lo convocassi, tanto meno farlo giocare dall’inizio. Preferiva altri giocatori della Berretti e io non ero d’accordo, così sai che cosa ho fatto? Sono uscito dalla villa nel gelo più totale e mi sono fatto venticinque chilometri a piedi per tornare a casa». Il 29 marzo 2022 Mattia ha debuttato con l’Italia al posto di Zaniolo, un tempo nel 3-2 contro la Turchia.  

Le strigliate di Juric

Mattia Zaccagni, Milan Skriniar

Il resto è storia. Nel 2013, dopo sei presenze nel Bellaria in Serie C2, Zaccagni lascia la casa madre e arriva a Verona, dove si farà notare qualche anno dopo un paio di prestiti (Venezia, Cittadella). Nel 2016/17 Pecchia lo schiera titolare e conquista la promozione, ma l’anno successivo, in Serie A, si fa male al ginocchio e salta tutta la stagione. Se è diventato ciò che è oggi lo deve a Juric, il primo a prenderlo da parte e a dirgli che avrebbe fatto il trequartista. Lui che spesso aveva giocato da regista. Nel 2020/2021 ha infilato sette gol in A: «È un altro giocatore rispetto all’anno scorso». Merito delle strigliate del croato, della gente di Bellaria che gli vuole bene e anche della sua famiglia. Lì i suoi gestiscono l’Hotel Fabius a Bellaria. Il padre stato un calciatore dilettanti e Zaccagni, 27 anni, è cresciuto guardando lui e un altro dei sui idoli, Alessandro Del Piero, protagonista del post che aveva appeso in camera.