Zaïre-Emery, il nuovo top player del PSG che è cresciuto nel vivaio

by Lorenzo Cascini
Warren Zaïre-Emery

A Parigi quelli come lui li chiamano ‘Titi’. Warren Zaïre-Emery è arrivato al PSG a 8 anni, è cresciuto lì fino a diventare grande. E prendersi il posto da titolare in prima squadra. Con personalità come parola d’ordine. In mezzo al campo guida la squadra di Luis Enrique – che ne è innamorato e non gli fa saltare neanche un minuto – ma è un leader anche fuori. Vedere per credere: chi è che ha fatto partire i cori dopo la vittoria di domenica sera nel Classique? Lui, 17 anni. 

Chi è Warren Zaïre-Emery

Luis Enrique lo ha esaltato, difeso e lanciato. «È un diamante, sono fortunato ad avere un giocatore come lui». E da quando è l’allenatore del PSG non l’ha mai tolto. Ma lo spagnolo non è l’unico ad essersene innamorato: Thierry Henry, allenatore della Francia U21, lo ha subito fatto capitano, dandogli le chiavi della squadra

Warren Zaïre-Emery è nato nel 2006, anno da cui Opta rileva i dati del PSG. E a proposito di statistiche, lui i record è abituato a frantumarli per natura. Lo scorso ottobre era già diventato il più giovane parigino a disputare una partita di Champions da titolare. A gennaio il più giovane titolare della storia del PSG in Ligue 1, oltre che il più giovane marcatore, solo qualche giorno dopo. 16 anni e 333 giorni. Recordman. 

Il pompiere

Da piccolo voleva fare il pompiere, poi la famiglia ne ha colto il talento nel calcio e ha presto cambiato idea. A casa Zaïre-Emery il pallone è sempre stato una questione di famiglia. Papà Franck lo fece esordire nel Fcm Aubervilliers, dove faceva l’allenatore per hobby. È da lì che lo ha notato e preso il PSG. La Nonna Gigì, invece, lo accompagna agli allenamenti, proteggendolo ma senza fargli perdere il contatto con la realtà. 

Dicevamo della personalità. Galtier lo ha lanciato a 16 anni e lo ha poi messo titolare in un ottavo di finale di Champions contro il Bayern. E lui se l’è cavata benissimo. Lo scorso anno faceva anche l’esterno, da quando è arrivato Luis Enrique è mezzala fissa e guai a chi lo tocca. Tanto da mandare in panchina Verratti e poi portarlo addirittura ad andare via. Predestinato.