Zarate: «Pentito dell’addio alla Lazio. La morte di Astori fu uno shock»

by Redazione Cronache

Mauro Zarate, ex attaccante di Lazio, Fiorentina e Inter, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

LAZIO – «Il mio primo amore, impazzivano per me. Arrivai a Roma a 21 anni e diventai un idolo. I primi mesi, nel 2008/09, ero imprendibile. Segnai nel derby, vinsi la Coppa Italia con gol in finale e la Supercoppa. L’unico neo è quel rigore sbagliato contro l’Udinese che ci costò la Champions. Tornando indietro calcerei sotto l’incrocio. Il rapporto con i tifosi è stato unico, ad Auronzo dovevo nascondermi nel pulmino per arrivare in tempo a pranzo. Mi cercavano tutti. La Lazio di oggi è da scudetto e Immobile da Scarpa d’Oro. Come mi vedo in questa squadra? Io a sinistra, Correa a destra e Luis Alberto in mezzo. Qualità pura. E il 10 a chi lo diamo? Una bella lotta, ma è di Luis…».

L’ADDIO – «Non lo rifarei, mi sono pentito subito. L’Inter era il club migliore d’Italia, ma non riuscii ad esprimermi. Quando tornai a Roma si era rotto qualcosa, inutile parlarne ancora. Non potevo più restare. Mi volevano in Premier, ma l’offerta non andava bene a Lotito, così tornai al Velez. Il miglior Zarate si è visto alla Lazio però. Mi sono sentito amato».

ITALIA – «Volevano naturalizzarmi, ma io sognavo l’Argentina».

INZAGHI – «L’ho visto un paio di volte a Londra, quand’ero al Watford. Ci scambiamo qualche messaggio. Se mi ha chiesto di tornare? No, ma ci abbiamo scherzato.
Lui mi prese sotto la sua ala, siamo amici. È un grande tecnico».

FIORENTINA – «Un’oasi. Mia moglie lo dice sempre: ‘Perché sei voluto andar via?’.I tifosi,durante la malattia, mi mostrarono un affetto mai visto. Ricordo il destro a giro contro il Carpi, un colpo dei miei. Il primo ad abbracciarmi fu Astori. Abitavamo a 50 metri di distanza, la sua morte fu uno shock.Poi ho discusso con Sousa: non mi vedeva, ma andarmene fu un altro errore».

BOCA JUNIORS – «Abbiamo vinto il titolo all’ultimo turno, vorrei chiudere la carriera qui. I tifosi mi vogliono bene. Ora siamo fermi, sento ancora De Rossi e mi racconta di un’Italia che soffre. Fa male anche a me. Daniele è stato un grande compagno.Ogni tanto scherzavamo sui derby».