La scalata all’Olimpo di Ciccio Caputo

by Cesare Ragionieri
caputo

A poco più di 33 anni Ciccio Caputo ha esordio con la maglia della Nazionale azzurra nell’amichevole di ieri sera contro la Moldavia. Una prima volta bagnata dal gol, che ha confermato il magic moment dell’attaccante del Sassuolo. Diventato il calciatore più anziano a segnare al suo debutto con l’Italia.

E per un pelo non è diventato anche il secondo azzurro più vecchio ad esordire: per pochi mesi infatti si ritrova alle spalle di Emiliano Moretti che conquistò i suoi primi minuti nell’Italia a 33 anni, 5 mesi e 7 giorni nella gara contro l’Albania il 18 novembre 2014.

La scalata

La storia di Caputo parte da lontanissimo: più precisamente nel 2005, l’anno in cui muove i primi passi nel calcio. Il professionismo è ancora lontano: l’oggi attaccante del Sassuolo comincia dal basso. Dai campi di Prima Categoria, con la maglia del Toritto.

Non ci rimarrà per molto, visto che appena due anni dopo debutta in C2 con il Noicattaro. Un’ascesa continua, che prosegue con il trasferimento in Serie B, in quel Bari allenato da Antonio Conte. Il 25 ottobre 2008 è un giorno importante per la carriera di Caputo, che segna i suoi primi gol nel campionato cadetto. Non uno, non due, ma tre nella stessa partita (3-1 contro il Grosseto). A fine stagione saranno 10 in 27 partite, un bottino niente male per un giocatore che appena tre anni prima la Serie B poteva solo immaginarsela nei sogni.

Il purgatorio

La stagione 2010-11 è altrettanto importante per l’attaccante di Altamura, che il 28 novembre segna il suo primo gol in Serie A nel pareggio per 1-1 tra Bari e Cesena. La sua seconda rete in Serie A arriverà soltanto 8 anni dopo.

Nelle stagioni successive torna in Serie B, dove prosegue il suo percorso di crescita a suon di gol. 36 in tre stagioni di Serie B con la maglia del Bari, poi nell’estate del 2015 il trasferimento alla Virtus Entella.

17 gol il primo anno, 18 il successivo: lo step successivo è il trasferimento all’Empoli, con l’obiettivo neanche troppo nascosto di tornare in Serie A. Al termine di un campionato dominato, i toscani tornano nella massima serie grazie (anche) ai 27 centri di Caputo in 41 partite. 

La birra e l’esultanza

Breve parentesi: oltre ad essere un calciatore, il classe ’87 è anche un produttore di birra. Avete presente la sua esultanza dopo ogni goal? Non è il siiiiu di Cristiano Ronaldo nè il fortnitesco ballo di Griezmann, ma bensì una cara e vecchia bevuta di birra. Sì, perché Caputo produce una birra artigianale chiamata Birra Pagnotta.

Caputo ha iniziato tale progetto insieme all’amico Biagio Tricarico, esperto del settore. Il classe ’87 dell’Empoli è il volto noto dell’azienda, l’imprenditore per hobby. Tra gli ingredienti della Birra Pagnotta c’è il pane di Altamura, ovvero la città che ha dato i natali a Caputo. Iniziata quasi per scherzo, l’idea di investire nel mondo delle bionde ha preso corpo ed ora l’ex attaccante del Bari è al centro del progetto insieme a due soci. Gusto pieno, complesso e profondo: così recita l’etichetta della Birra Pagnotta. La birra di un calciatore di Serie A e, da ieri sera, del giocatore più anziano a debuttare con un gol in Nazionale.

 

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Finalmente Ciccio 

Alla prima vera stagione da titolare in Serie A, il nativo di Altamura gioca tutte le partite del suo Empoli. Alla fine saranno 16 gol, un dato pazzesco per un 32enne alla prima vera stagione nel massimo campionato italiano. Ma non bastano per la salvezza dei toscani, che tornano in Serie B dopo appena una stagione.

Arriva subito la chiamata del Sassuolo di De Zerbi, che vuol fare di Caputo l’attaccante centrale del suo 4-2-3-1. Grazie ad un impianto di gioco oliato e a dei compagni di squadra che lo mettono nelle condizioni di far male agli avversari, Ciccio esplode definitivamente: 21 gol e 7 assist in 36 partite. Numeri da top player. 

Il resto è storia recente: l’inizio di campionato super, con 3 gol e 2 assist in 3 partite. E la tanto attesa prima convocazione in Nazionale, arrivata lo scorso settembre. Ma con l’Olanda Mancini decide di non schierarlo. Questa volta, invece, è andata diversamente: dal 1′ contro la Moldavia e in gol dopo soli 23′. A 33 anni. Sembra la storia di un film, ma in realtà è il frutto di anni e anni di lavoro e duro allenamento. Perché nel calcio nessuno regala niente. E Ciccio Caputo questo l’ha imparato a sue spese, facendone una virtù da seguire nei momenti più difficili.