3 dicembre 1906 – Nasce il Foot Ball Club Torino

by Redazione Cronache
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di Andrea Sperti 

Il 3 dicembre del 1906, presso la birreria Voigt di via Pietro Micca, angolo via Botero, Alfred Dick, ex dirigente della Juventus, coadiuvato da altri imprenditori e commercianti in contrasto con la società bianconera, ha deciso di fondare una nuova società con colori sociali granata e bianco, dal nome Foot Ball Club Torino.

Da quel giorno sono passati 114 anni in cui è accaduto davvero di tutto. Dapprima gli scudetti, con una formazione che sembrava imbattibile e viveva momenti diversi durante ogni partita, con il famoso “quarto d’ora granata”, nel quale la furia dei giocatori del Torino si abbatteva sugli avversari.

Poi la tragedia di Superga del 4 maggio 1949, con la morte di un’intera squadra ed anche di una filosofia di un calcio che, da quel momento in poi, è cambiato, conoscendo dolore e tristezza, due sentimenti che poco avevano a che fare con un pallone da tirare in porta.

Ancora, il Torino ha conosciuto le difficoltà, sia finanziarie che sportive, retrocedendo in Serie B dopo aver scritto la storia del calcio italiano nell’immediato secondo dopo guerra, tornando e conquistando Coppa Italia e campionato, prima di sprofondare nuovamente nell’oblio.

Infine gli anni ’90, con la finale di Coppa Uefa persa contro l’Ajax, dopo aver eliminato in semifinale il Real Madrid, guidati da un Emiliano Mondonico scatenato che, reclamando per un rigore non concesso ai granata nel ritorno di quella contesa, ha alzato una sedia in segno di protesta, con un gesto che poi è rimasto nella leggenda della società granata.

Adesso il Toro sta vivendo una seconda giovinezza, ha una società solida e da parecchi anni ormai si trova stabilmente in Serie A, provando ad ottenere un posto in Europa, sebbene lo scorso anno abbia lottato per la salvezza quasi fino all’ultima giornata. Il simbolo Belotti, capitano, bomber e leader indiscusso dei granata, rappresenta il prototipo del giocatore del Torino. Perché chi tifa questa squadra in fondo ha scelto di soffrire, gioendo per le poche ma significative vittorie.