Bojan Krkic si racconta: «L’Italia è una parte di me, San Siro e Totti…»

by Redazione Cronache

L’ex talento del Barcellona, Bojan Krkic, si è concesso a un’intervista che si legge nelle colonne de La Gazzetta dello Sport. Bojan parla del suo passato in Italia, ricordando con piacere il trascorso a Roma e a Milano:

«La Roma è stata la prima squadra ad aprirmi le porte dopo aver vinto tutto a Barcellona, posso solo ringraziarla. Ho molti amici italiani, Roma e Milano sono nel mio cuore».

UN SIMBOLO DI ROMA – «Francesco Totti. Lui è stato Roma e la Roma, era come un Dio. Adesso che lui e De Rossi non giocano più lì mi fa davvero strano. Ricordo anche l’Olimpico, i tifosi, il mio primo gol in casa con l’Atalanta. Mi hanno sempre voluto bene e tuttora penso a loro. Anche a Sabatini, mi ha sempre dato fiducia. Era onnipresente. Si metteva sul tetto e osservava tutto. Viveva la Roma h24».

SODDISFATTO DI QUANTO FATTO A ROMA – «Certo, sono ancora contento. Era il primo anno in Serie A, lontano da Barcellona, in una piazza importante. Segnai 7 gol e giocai quasi tutte le gare. Non so quanti giocatori abbiano fatto lo stesso alla prima stagione in A».

SULL’ETICHETTA – «Sono arrivato in Italia come “nuovo Messi”. Feci bene, ma siccome arrivavo con quell’etichetta allora i tifosi si aspettavano che segnassi in tutte le partite. Una cosa così non puoi gestirla, viene dall’estero, dal media».

SUI RIMPIANTI – «Si, avrei potuto fare meglio. Certo, è normale, serviva soltanto un po’ di pazienza. Però dico una cosa. Dopo aver giocato nella Roma, l’anno successivo mi prese il Milan. Segnai 3 gol e giocai in una squadra importante, con una maglia che conta. Ecco, se un club come quello ha creduto in me, vuol dire che all’Olimpico avevo fatto vedere belle cose».

SUL MILAN – «Giocare a San Siro è stato bellissimo, un’emozione unica.Al Milan eravamo un bel gruppo. Ricordo Yepes, Zapata, Boateng, anche Balotelli. Mi è servito molto a livello personale».

COSA FA ORA – «L’Italia è una parte di me, ho passato due anni fantastici. Ora sono felice a Montreal e voglio concentrarmi su questa nuova avventura. Il campionato è fermo, stiamo a casa, non andiamo neanche ad allenarci. Qui hanno chiuso tutto subito. Stiamo vivendo tutti la stessa situazione, ma ci rialzeremo».