La verità giudiziaria sulla morte di Davide Astori potrebbe arrivare già nelle prossime ore. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, potrebbe essere fissata già domani un’udienza a Firenze nel processo che vede imputato, con rito abbreviato, l’ex direttore di Medicina Sportiva dell’ospedale di Careggi, Giorgio Galanti, il medico che aveva svolto la visita per l’attività agonistica del capitano viola. Nei giorni scorsi è stata depositata la perizia disposta dal gup Angelo Antonio Pezzuti per chiarire i motivi della morte di Astori. A svolgere il controllo il medico legale Gian Luca Bruno e il professor Fiorenzo Gaita, secondo cui certamente le aritmie cardiache rilevate nei controlli di routine avrebbero consigliato degli approfondimenti, per esempio con l’holter cardiaco, ma è anche vero che difficilmente si sarebbe scovata la cardiomiopatia aritmogena biventricolare di cui soffriva Astori.
Gli esami
Conclusioni differenti rispetto a quelle di Domenico Corrado di Padova, perito di cui si è avvalsa la Procura. Secondo il professore, se il giocatore fosse stato sottoposto a esami più approfonditi, come avrebbero suggerito le aritmie evidenziate nei controlli di routine, sarebbe stato possibile curare in tempo la patologia. «Il processo serve ad arrivare a una verità che non sarà consolatoria in ogni caso: l’idea che la morte di Davide potesse essere evitata aumenta il dolore – ha scritto ieri la compagna di Astori, Francesca Fioretti, in un post su Instagram – Ma se esisteva anche la più piccola possibilità che avesse a disposizione un minuto in più, un’ora in più o la sua vita intera, io credo che quella possibilità dovesse essere esplorata, che lui meritasse di averla e che tutto ciò che l’ha ostacolata debba in caso venire alla luce. Nutrivo molti dubbi sull’essere presente di persona alla prossima udienza, ora sento di dover essere lì».
La famiglia
«La nostra linea di pensiero è capire se è stato rispettato l’iter diagnostico per fare pratica sportiva» ha dichiarato al quotidiano Alessandro Mazzoli, avvocato della compagna di Davide. Gli ha fatto eco Francesco Zonta, legale della famiglia: «Noi ci riconosciamo nella perizia della Procura che indica responsabilità evidenti». La Fiorentina non si costituirà parte civile ma ha fatto sapere di voler tutelare «il nome e la figura di Astori».