Le partite alle 21.45 rovinano il sonno dei calciatori? Le parole degli esperti

by Redazione Cronache

Il calcio post-Covid, tra le innumerevoli modifiche introdotte dal protocollo sanitario, ha subito anche delle modifiche “naturali”. Come l’orario delle partite, che è stato posticipato per diminuire al minimo le temperature estive. Ma giocare alle 21.45 può rovinare – o alterare – il sonno degli atleti? Neurologi, preparatori e allenatori hanno detto la propria – fonte La Gazzetta dello Sport.

ORARI – «Non è solo una questione di quantità, ma anche di qualità che varia a seconda dell’orario. Dormire otto ore dalle 3 alle 11 non dà gli stessi benefici che dalle 23 alle 7. Per questo è meglio dormire meno, ma nei tempi giusti. Cambiare bruscamente gli orari cozza con i ritmi circadiani: si perdono alcuni dei treni del sonno. Ne passa uno ogni ora e mezza e la loro qualità cala con l’arrivo del mattino».

MENTE – «Il sonno è un momento fondamentale per il recupero fisico ma anche quello psichico. La macchina umana non può essere costantemente accesa. Alterare il ritmo circadiano sonno/veglia aumenta oltre che lo stress l’accumulo di sostanze infiammatorie e di conseguenza il rischio di infortuni».

SOLUZIONI – «Le partite alle 21.45, essendo occasionali, non richiedono una metodologia da applicare sempre. Le risposte sono molto individuali, da chi ascolta la musica a chi fa training autogeno. In certi casi si trae beneficio da farmaci che favoriscono il sonno. Non è il massimo, me meglio dormire così che non riposare. Per il recupero ed evitare l’accumulo della fatica l’alimentazione, pre e post partita, è decisiva. Così come la reidratazione».