Milan, la storia dei rossoneri finisce senza lieto fine: i numeri del disastro

by Redazione Cronache
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di Alessandro Pirozzi
C’era una volta un Milan. Alcuni racconti, spesso con un lieto fine, iniziano così. La storia dei rossoneri, però, nonostante abbia fatto sempre gioire e ben sperare, adesso sembra finita nel peggiore dei modi. Quello che fino a poco tempo fa era il club che vantava più titoli al mondo, adesso si ritrova a salutare il 2019 con tanta, troppa delusione.
In pochi anni il rapporto tra tifosi e squadra si è declinato, così come quello tra giocatori ed i colori che, per anni, hanno rappresentato una squadra piena di gloria in Europa. C’era una volta un Milan. Quello di Carlo Ancelotti, quello di Arrigo Sacchi, o quello di Fabio Capello. Tante versioni, ma con lo stesso risultato: vincente. Da un po’ di tempo, l’aria è cambiata.

Da certezze ad incubo, il fattore (negativo) allenatori

Dopo Massimiliano Allegri, l’ultimo allenatore a portare il club di via Aldo Rossi al successo in Serie A, la società lombarda ha soltanto conquistato una Supercoppa Italiana. Ma soprattutto è stata costretta, causa scarsi risultati, a cambiare ben nove allenatori in dieci anni. Nove. Massimiliano Allegri, Clarence Seedorf, Filippo Inzaghi, Sinisa Mihajlovic, Cristian Brocchi, Vincenzo Montella, Gennaro Gattuso, Marco Giampaolo e Stefano Pioli. Nessuno di questi, a parte il primo, è riuscito a far ritornare la luce che tanto manca negli occhi dei tifosi del Milan. Nessuno, soprattutto, è riuscito a riportare quella melodia di notte in uno degli stadi più temibili al mondo. Eppure, qualcosa di strano c’è.

Milan-Inter: due facce della stessa medaglia, fino a ieri

Negli anni della crisi rossonera, anche l’altra faccia della medaglia, quella sponda Inter, viveva in parallela lo stesso momento. Milano era al tappeto, i derby non avevano più il loro fascino. Si trattava soltanto di una sfida, importante per i tifosi dei due club cugini. Adesso che l’Inter di Antonio Conte ha però imparato a volare, la squadra di Maldini e Boban, si trova da sola. Con gli occhi verso il cielo, mentre guarda le rondini volare e rammentando i momenti in cui anche lei poteva planare, muovendosi meglio di chiunque.

Milan, la società colpevole

Nell’ambiente i colpevoli si cercano. Nonostante i continui cambiamenti di società, niente è cambiato. Il dito è stato puntato contro Piersilvio Berlusconi, che ha portato il Milan alla gloria, così come sotto accusa è finita la coppia del ‘Passiamo alle cose formali‘ di Fassone e Mirabelli. Operazioni portate avanti senza troppi criteri, con l’aggiunta di due casi che hanno scatenato l’ira tra i tifosi rossoneri: quelli di Higuain e Bonucci. Soldi investiti, risultati inestitenti. Anzi.

Dalle lacrime alle feste, le ‘colpe’ dei giocatori

Il 5 a 0 dell’Atalanta, è l’apoteosi degli anni di declino di un Milan che sembra star sparendo. Così come le lacrime di Gianluigi Donnarumma subito dopo la fine del match. Adesso nel mirino, ci sono finiti anche i giocatori. Da una parte Davide Calabria, che ha scatenato le polemiche dopo aver festeggiato il compleanno a seguito della sconfitta di Bergamo, dall’altra c’è Rafael Leao che invece è stato ripreso mentre fumava: lo stesso portoghese, però, ha precisato che il video risalirebbe ad una vecchia data. Atteggiamenti che, per quanto possano essere normali se contestualizzati, non permettono sonni tranquilli ai tifosi rossoneri.
C’era una volta… ‘il Milan’.
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