Le uniche 10 squadre ad aver chiuso i gironi di Champions a punteggio pieno

by Giuseppe Pastore
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Ultima giornata di gironi di Champions League e piccolo appuntamento con la storia per due squadre che hanno già staccato con largo anticipo il biglietto per gli ottavi. Il Napoli può diventare la seconda squadra italiana della storia a chiudere un gruppo di Champions con 6 vittorie su 6; il Bayern Monaco invece c’è più abituato, essendoci già riuscito l’anno scorso e nel 2019-2020. In trent’anni di storia della competizione, sono dieci le squadre ad aver completato il girone eliminatorio con un percorso netto: tanti grossi nomi, ma anche qualche rivelazione che forse non vi ricordavate. Con un piccolo avvertimento: solo una – il suddetto Bayern 2019-2020 – alla fine ha vinto la coppa…

Le squadre che hanno chiuso i gironi di Champions a punteggio pieno

2021-2022

Liverpool (allenatore Klopp). I Reds divorano un girone apparentemente molto impegnativo con Atletico Madrid, Porto e Milan, non lasciando le briciole nemmeno nell’ultima partita a San Siro, con il Milan in vantaggio e poi rimontato da Salah e Origi. Il Liverpool sembrerà a lungo la squadra da battere e arriverà alla finale di Parigi con i favori del pronostico, finendo anch’egli preda dell’incantesimo dell’irriducibile Real Madrid.

Ajax (allenatore Ten Hag). Girone più abbordabile, contro Borussia Dortmund, Sporting e Besiktas, ma comunque una grandissima impressione: una specie di “Napoli un anno fa”, probabile scheggia impazzita della fase a eliminazione diretta, con uno scatenato Haller da 10 gol in sei partite. E invece fuori agli ottavi contro il Benfica, che approfittò all’andata e al ritorno delle incertezze dei suoi due portieri: Pasveer a Lisbona e Onana ad Amsterdam, sciagurato in occasione del gol di Darwin Nunez.

Bayern Monaco (allenatore Nagelsmann). Grande habitué dei filotti, misericordioso come i tedeschi delle barzellette, il Bayern abitualmente da settembre a dicembre non fa prigionieri: 18 punti contro Benfica, Barcellona e Dinamo Kiev, tutte scherzate con una facilità scoraggiante per le avversarie. 22 gol fatti, tre subiti e la soddisfazione finale di fare fuori ai gironi il Barcellona per la prima volta nella Champions a 32 squadre. Primavera, come sempre, più complicata, fino alla clamorosa eliminazione ai quarti contro il Villarreal.

2019-2020

Bayern Monaco (allenatore Flick). Nella stagione troncata a metà dal Covid, il Bayern mantiene un’apprezzabilissima coerenza: le vince tutte, prima e dopo, undici su undici, dando spettacolo sui campi di mezza Europa, dal Tottenham Stadium (2-7) al Marakana di Belgrado (0-6), per finire con l’indimenticabile 2-8 con cui liquida il Barcellona di Messi. La finale contro il PSG è la più faticosa delle undici, con Neuer migliore in campo e il colpo di testa di Kingsley Coman per finire in bellezza.

2014-2015

Real Madrid (allenatore Ancelotti). Fresco vincitore della Decima, il Real Madrid di Ancelotti sembra poter fare un sol boccone anche dell’edizione successiva, doppiando nei punti il Basilea, il Liverpool solo terzo e i bulgari del Ludogorets. Dopo aver vinto ad Anfield per la prima volta nella sua storia, le merengues si afflosciano in primavera e cadono vittima di due grandi partite della prima Juve di Allegri, con merito qualificata alla finale di Berlino.

2011-2012

Real Madrid (allenatore Mourinho). Ancora un Real, stavolta targato Mourinho: il Barcellona di Guardiola è al canto del cigno e sembra esserci aria di passaggio di consegne non solo in Liga ma anche in Champions. Dopo aver dominato il girone contro Lione, Ajax e Dinamo Zagabria, il Madrid travolge anche CSKA Mosca e Apoel Nicosia nei primi due turni a eliminazione diretta ma contro il Bayern Monaco, in una specie di “doppia finale anticipata”, si arrende ai rigori, dove a tradire sono i nomi illustrissimi di Kakà, Ronaldo e Sergio Ramos.

2002-2003

Barcellona (allenatore Van Gaal). Curioso caso di squadra tutt’altro che irresistibile in campionato (tanto che finirà sesta e fuori dalla Champions successiva) e inarrestabile in autunno, complice un girone semi-amatoriale con Lokomotiv Mosca, Bruges e Galatasaray. È un Barça ancora pre-Ronaldinho e pre-Messi, con tante stelle da Saviola a Kluivert passando per un giovanissimo Xavi, ma anche parecchie meteore come l’incompreso Riquelme alla sua unica stagione in blaugrana. Van Gaal fu esonerato in inverno e sostituito dal serbo Antic, che spinse la squadra fino ai quarti di finale dove fu eliminata ai supplementari dalla Juventus di Nedved e Zalayeta, autore di un indimenticabile gol-qualificazione.

1995-1996

Spartak Mosca (allenatore Romantsev). Chi si ricorda dello Spartak Mosca 1995-96 allenato da Oleg Romantsev e capitanato da Victor Onopko, e come accidenti fece a vincerne sei su sei? Intanto un girone non irresistibile, con Legia Varsavia, Rosenborg e i campioni d’Inghilterra del Blackburn, espressione di una Premier League ben lontana dal livello attuale. Come da tradizione russa, lo Spartak era una squadra compatta e senza stelle, che si divise i gol tra Yuran, Tikhonov, Mamedov, Tsymbalar e il futuro romanista Alenichev. Ai quarti la favola finì sotto i colpi del Nantes.

1994-1995

PSG (allenatore Fernandez). Lo spumeggiante Paris Saint Germain di Fernandez, trascinato da un George Weah che di lì a dodici mesi sarebbe diventato il primo africano Pallone d’Oro della storia, dominò la fase a gironi con Dinamo Kiev, Spartak Mosca e soprattutto il Bayern Monaco di Trapattoni, battuto a Parigi e in Germania, lì con uno splendido gol proprio di Weah. Il quale però in semifinale fece scena muta contro la sua futura squadra, il super-pragmatico Milan di Capello che sbancò il Parco dei Principi con un gol di Boban e arrotondò il discorso a San Siro con una doppietta di Savicevic.

1992-1993

Milan (allenatore Capello). Era la primissima edizione della Champions League, quando ancora era limitata a otto squadre scremate da due precedenti turni preliminari. Il Milan dominò il suo gruppo superando in sequenza Goteborg (quattro gol di Van Basten), PSV Eindhoven e Porto e presentandosi da super-favorito alla finale di Monaco di Baviera, inopinatamente persa contro l’Olympique Marsiglia.