Ecco come sarebbe uno stadio da 1 milione di posti

by Redazione Cronache
stadio 1 milione posti

Biennale di Sydney, anno 2008. L’arte, l’architettura e l’ingegneria entrano in collisione col calcio. L’opera si chiama Vitruvian Figure e la firma un artista nato nel 1966 a Honolulu, Hawaii: Paul Pfeiffer. Ovviamente incanta tutti. Di cosa si tratta? Pfeiffer aveva immaginato un grande stadio che potesse ospitare fino a 1 milione di persone. La base di partenza era lo Stadio Olimpico di Sydney che si ampliava su se stesso con una serie di anelli di gradinata concentrici.

Uno stadio da 1 milione di posti, realtà o fantascienza?

Il risultato fu un plastico del diametro di 8 metri che rappresentava effettivamente un gigantesco catino di gradinate, con 13 anelli sovrapposti e quasi un milione di posti a sedere. A guardare le foto sembra di essere risucchiati in una spirale. Il lavoro fu realizzato in collaborazione con Bligh Voller Nield Architecture, lo studio di architettura che aveva progettato l’Olimpico di Sydney, e portò al concept di un edificio sportivo effettivamente realizzabile (almeno in teoria) ma certamente inutile per poter “vedere” la partita in un modo appena decente.

L’idea di Pfeiffer era soprattutto armonica e artistica: la volontà era quella di replicare geometricamente l’anima dello stadio, ampliandolo a tal punto da vederlo sotto la luce di una moderna “visione vitruviana”, perfetta e celestiale per certi versi.

Le dimensioni

Non sono disponibili dati calcolati direttamente dall’artista, ma si può ricavare qualcosa elaborando le misure dell’attuale stadio olimpico di Sydney, che era stato usato come base di partenza. Si tratta di un impianto dal diametro di circa 256 metri, con il tetto che si trova a un’altezza media di 45 metri sul campo.

Se l’idea dello stadio da 1 milione di posti era quella moltiplicare di una decina di volte l’architettura dell’impianto originale, si potrebbe immaginare una struttura larga in pianta 2,5 km e alta almeno 400 metri. Poco più piccola di Central Park per intenderci.

In collaborazione con Archistadia