Hamrun Spartans, un presidente che vuole giocare e Zaccardo preso su LinkedIn

by Redazione Cronache
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S’è da poco concluso il primo campionato di calcio a Malta con 14 squadre, ed è successo di tutto. Gli Ħamrun Spartans hanno vinto il loro nono titolo, a due anni dall’ultimo – nel 2021, col torneo sospeso anzitempo causa pandemia di Covid-19, grazie ai 13 gol della punta capoverdiana Dodô – e a 10 anni dalla retrocessione in Serie B. Il campionato dell’isola è roba loro, con un pizzico di follia. Tipo quando a fine gennaio il presidente Joseph Portelli rassegnò le dimissioni per poter giocare con la sua squadra (i rossoneri degli Ħamrun Spartans, appunto), che a 10 giornate dal termine aveva 11 punti di vantaggio sulla seconda in classifica. La Federcalcio maltese gli proibì di giocare, sostenendo sarebbe stato un danno d’immagine al campionato, così dopo pochi giorni Portelli tornò alla presidenza. Non è nemmeno la prima volta. Ad aprile 2022, nel campionato di Gozo – un’isola del Mediterraneo di 31mila abitanti, territorialmente parte di Malta – il club dei Nadur Youngsters pareggiò 1-1 l’ultima partita della stagione. Il gol lo segnò Portelli su rigore.

 

Chi è Joseph Portelli?

Joseph Portelli, peraltro, fino al 2020 era il presidente dei Nadur Youngsters. Poi lasciò il timone al figlio Tristan, scese in campo a segnare il rigore del pareggio e nella stessa estate 2020 avviò le trattative che gli avrebbero permesso di prendere il controllo degli Ħamrun Spartans nel 2021 e vincere il primo campionato del club rossonero a trent’anni esatti dall’ultimo. Se Joseph Portelli fosse riuscito a giocare con gli Ħamrun Spartans a gennaio, sarebbe stato a 45 anni il calciatore più esperto a giocare nella Serie A maltese, superando i 41 anni di Michael Mifsud, una leggenda del calcio dell’isola, primatista di presenze (143) e gol (42) con la Nazionale dell’isola nei 20 anni di carriera e il soprannome di Messi maltese. Tornando a Portelli, è un imprenditore immobiliare e da giovane giocò a calcio prima di dedicarsi al business. «Non rinuncerò al sogno di giocare in Premier League maltese, ci riproverò anche a 60 anni se necessario – ha spiegato a The Times of Malta – m’hanno rifiutato solo perché sono Joseph Portelli, che male avrei fatto a giocare qualche minuto in un torneo già deciso?». C’è di più: nel 2021 il Ministero degli Esteri aveva approvato la richiesta, ma la pandemia fermò il campionato. «Ci fossi riuscito, non ci avrei riprovato ora».

 

Zaccardo, Miccoli, Maldini, Fontanella

Se pensi al calcio maltese e pensi a Cristian Zaccardo (giocò agli Ħamrun Spartans nel 2017/18 dopo aver pubblicato un annuncio su LinkedIn), a Fabrizio Miccoli (chiuse la carriera nel 2016 al Birkirkara) o al portiere giramondo Giacomo Ratto, c’è altro. Agli Ħamrun Spartans ci giocarono il fratello di Daniel Maldini, Christian, e Davide Succi. Al Floriana, Michele Paolucci e quel Mario Fontanella che giocò pure al Valletta FC ed è il primo italiano ad aver giocato/segnato in Bahrein. Dopo Indonesia, Cipro, Hong Kong, Gibilterra e Lussemburgo, ecco altre storie in arrivo per te.

 

Napoli, Congo, libri di scuola

Il sopracitato Dodô, all’anagrafe Ailton Jorge Dos Santos Soares, è un personaggio. Nel 2021 aiutò gli Ħamrun Spartans a vincere l’ottavo campionato. Prima, a 18 anni, aveva raggiunto la madre in Italia e, in periferia di Napoli, faceva l’idraulico di giorno e giocava a calcio la sera. Clandestino, siccome gli erano scaduti i documenti. Nessuna squadra poté tesserarlo fino al 2015, poi giocò a Procida. Dall’isola a un’altra (Malta), passando per l’Afro Napoli – club nato per aiutare migranti e rifugiati a integrarsi –, Dodô ha realizzato il suo sogno. Gioca ancora agli Ħamrun Spartans, ma non ha replicato la stagione 2021 (13 gol e 22 assist in 21 gare). L’uomo copertina degli Ħamrun Spartans campioni di Malta 2023 è piuttosto Elvis Mashike, attaccante congolese che da Kinshasa ha girato Slovacchia e Repubblica Ceca. Oggi, a 28 anni, ha vissuto a Malta la sua miglior stagione, 13 gol. Come gli 11 del suo connazionale Charles Lokolingoy: pure lui nato a Kinshasa, emigrò in Australia a 11 anni, ha girato Hong Kong (ma non al Kitchee) e Nuova Zelanda. Ora si fa notare ai Żebbuġ Rangers. In Congo andava a scuola, fin quando non scambiò i libri di testo per un paio di scarpini: «Parlavo francese e lingala, non l’inglese. La mia lingua è il calcio». Scommessa vinta.