Neymar al Real Madrid
Perché Neymar, a 14 anni, era del Real Madrid. Sì, con tanto di maglietta e allenamenti a Valdebebas, la casa dei Blancos. E con tanto di immagini del contratto, segregate negli archivi della Federazione spagnola.Arriva in Spagna per essere sottoposto a uno stage. Le sue qualità erano già chiare, anche perché soltanto 3 anni dopo esordirà con il Santos dopo che la pressione mediatica sul suo conto era già schizzata alle stelle. Gli bastano due settimane per convincere la dirigenza a puntare su di lui: supera i test e firma un pre-contratto. Il Santos, venuto a conoscenza dell’offerta del Real Madrid e del pre-accordo trovato con la famiglia e con il giocatore, offre 1 milione di reais (circa 300.000 euro) per convincerlo a restare, promettendogli di farne un calciatore professionista. A quel punto il Real tira il freno a mano: conviene davvero spendere quella cifra per un ragazzino di 14 anni? No, pensano a Madrid, lasciando perdere. L’intesa era già stata trovata: nonostante l’età, Neymar sarebbe stato inserito in rosa per le ultime partite delle giovanili, ma un altro problema era sorto. L’agente del calciatore, Wagner Ribeiro, chiedeva 60.000 euro di commissioni. Carlos Martinez de Albornoz, dirigente amministrativo del Club (in quel periodo in piena campagna elettorale), decise che la cifra era fuori mercato e che non ne valeva la pena.
Ronaldinho al Torino
Il fratello di Ronaldinho ha raccontato il retroscena a Tuttosport: Dinho poteva essere del Torino. «Ho un ricordo molto preciso: mio fratello, giovanissimo, che viene a fare un provino. Potete immaginare come l’abbiamo vissuto, quel provino: stava per cambiare la nostra vita. Saremmo venuti tutti, a Torino, con lui: con i dirigenti l’accordo era questo. Sì, certo, sarei venuto anch’io, siccome giocavo già a calcio. È successo che il Gremio non lo ha lasciato andare via, ci ha trattenuto regalandoci una casa dove ci siamo trasferiti tutti. E così pure io ho cominciato a giocare nel Gremio».